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Perché insegnare con l’AI?

Scopri in che modo le nuove tecnologie di intelligenza artificiale possono essere d’aiuto nell’apprendimento dei ragazzi e agevolare il ruolo dei formatori che li seguono

Cosa significa concretamente mettere mano ai sistemi di intelligenza artificiale per assistere nello studio bambini e ragazzi?
Per Federico Baleani, creatore di videogame come strumenti a supporto di formazione e tematiche sociali, autore dell’e-book L’insegnamento ai tempi dell’AI edito da goWare e docente del corso online AI per l’insegnamento su Zoom dal 4 ottobre – la riflessione sulle possibili applicazioni di questo strumento nella formazione parte da un’esperienza personale:

“Quando mio figlio ha avuto problemi di rendimento a scuola, io e mia moglie lo abbiamo affiancato nelle varie materie, lei in quelle umanistiche, io in quelle più tecniche. Durante la sua crescita abbiamo osservato che il supporto didattico funzionava meglio se era una persona diversa da noi ad aiutarlo. Il vantaggio di quegli incontri era che lo studente universitario che lo seguiva aveva un confronto con lui, parlavano di studio ma anche di fumetti e film, entro certi limiti era un “amico” che lo accompagnava durante il percorso dello studio, e devo confessare che il supporto esterno ha funzionato meglio di quello mio e di mia moglie.
Oggi, complice anche il retaggio del Covid, non si incontrano più di persona, tutto è filtrato da uno schermo e molto del “rapporto” si è perso, riducendo le ripetizioni a quello che realmente erano: delle ripetizioni. A oggi, con le evoluzioni tecniche dell’Intelligenza Artificiale, sarebbe pensabile sostituire il rapporto che aveva con lo studente universitario con ChatGPT o con Gemini o con le altre che seguiranno? La risposta a mio giudizio è negativa, o almeno non sarebbe possibile farlo con le stesse modalità e probabilmente neppure con gli stessi benefici. Ma credo che se fossimo ancora noi, io e mia moglie, a doverci occupare di nostro figlio allora un’Intelligenza Artificiale ci sarebbe molto utile”.


Quindi l’AI non si sostituisce alla presenza umana. Che tipo di ruolo assume nel processo di apprendimento?

L’AI oggi non “pensa” ma rielabora, costruisce percorsi logici e trova soluzioni grazie alle reti neurali e alla sua enorme capacità di studiare i materiali. ChatGPT (o altri sistemi di AI) può costruire delle storie basandosi sulla coerenza che ha studiato e sui materiali che costantemente rielabora e legge sul web, ma ancora non ha il guizzo creativo di essere originale. Ricordate che l’acronimo GPT sta per Generative Pre-trained Transformer. Anche se non è “creativa” nel senso umano del termine, è in grado di fornire supporto su qualsiasi tema e lo fa in modo spesso accettabile, ma è solo il fattore tempo che la porterà a un livello buono e poi ottimale.

I modelli di Ai attualmente disponibili possono quindi essere utilizzati da insegnanti e genitori proprio per formulare domande anziché fornire risposte pronte oppure per approcciare gli argomenti di studio da prospettive diverse, più in linea con gli interessi e le esperienze dirette del bambino o del ragazzo di quanto non siano i suoi stessi genitori.
Gli esempi riportati nell’ebook “Spiega a un bambino i numeri decimali usando i Pokémon” oppure, per i più grandi “Spiega a un ragazzo il concetto dell’energia cinetica usando un videogioco famoso” rendono immediatamente l’idea di quanto il sapere onnivoro dell’AI possa venire in soccorso del formatore diventando un assistente virtuale, un tutor, uno strumento in grado di alleggerire l’esperienza non sempre facile dell’apprendimento, con un taglio di volta in volta originale e ludico.

Per scoprire di più sull’argomento partecipa al corso Intelligenza artificiale per l’insegnamento.
Al termine del corso, a supporto delle lezioni avrai in regalo l’ebook.

 

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